La Storia
Arielli è un Comune della Provincia di Chieti situato a 298 metri sul livello del mare. Esso sorge su un’amena collina dell’entroterra ortonese, ubicata tra la Majella e il mare Adriatico, che vede scorrere al di sotto della parte alta del paese l’omonimo fiume. Nel 2007 conta circa 1190 abitanti e dal 2002 aderisce anche all’Unione dei Comuni della “Marrucina”, che comprende i Comuni di Arielli, Canosa Sannita, Filetto, Orsogna e Poggiofiorito.
Le prime casupole sorte sulla collina pare risalgano al periodo della II guerra punica, quando le truppe romane dirette in Puglia attraverso la strada più agevole, il tratturo, dovettero qui fermarsi per svernare. Dal nome del loro comandante Argellano o Asgellio prese il nome di Argello. Questa ipotesi sembra confermata dal ritrovamento nelle campagne, specie in zona Carloni, di monete romane dell’epoca. Ma fu nel periodo Carolingio, quando in Italia si fece strada il feudalesimo, che Arielli fu racchiuso entro delle mura più sicure dalla costruzione di un maestoso castello che per stile, architettura ed uso si può riferire al periodo fra IX e XI sec. d.C. (anche per la somiglianza con analoghe costruzioni francesi della Loira). A tutt’oggi non si conosce però chi l’abbia costruito. Abbiamo notizie affidabili solo sul suo possessore nel 1145, il Conte Boamondo di Manoppello che, per la sovvenzione delle crociate, per il suo feudo di Argello fu tassato di un soldato a cavallo, pari ad una consistenza di circa 24 famiglie. È probabile che nel 1173 ne fosse proprietario Loritello Normanno e nel 1395 la famiglia della nobildonna Benvenuta d’Ariello. Dal 1401 al 1528 fu concesso alla città di Lanciano. Durante tale periodo sono meritevoli di ricordo due date particolarmente importanti: l’11 luglio 1442 quando si accampò in Arielli re Alfonso V d’Aragona nella sua marcia verso Napoli che conquistò nel novembre dello stesso anno, acquisendo il nome di Alfonso I di Napoli, ed il 1496 quando Arielli ed il suo castello furono saccheggiati ed incendiati per aver resistito alla soldatesca degli Orsini e dei Vitelleschi che passavano da queste parti diretti verso la Puglia. Quest’ultimo episodio fu particolarmente sanguinoso e doloroso: basti pensare che Arielli, che già nel 1145 contava 24 famiglie, nel 1528, ben trentadue anni dopo l’eccidio, avena appena 8 “fuochi”. Dopo che la proprietà del feudo di Arielli fu tolta nel 1528 alla città di Lanciano si susseguirono diversi proprietari. Nel 1518 intanto la chiesa di San Nicola di Bari, presente già nel 1200, per la creazione della parrocchia fu elevata a chiesa parrocchiale e tale rimase fino al 1619, quando detta qualifica fu trasferita alla chiesa di San Giovanni Battista, che nel frattempo era stata costruita e dedicata nel 1579. Nel 1671 la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista fu dedicata a San Michele Arcangelo e tale resta fino ai nostri giorni. Nel 1761, da una scissione della parrocchia di San Michele Arcangelo, fu creata nel territorio di Villarielli, amministrativamente legato alla “Università di Arielli” come erano allora chiamati i Comuni, la parrocchia di San Matteo Apostolo. Nel 1799 e nel 1814 Arielli partecipò ai movimenti antifrancesi e nel 1860 fu un punto di forza del movimento restauratore della monarchia borbonica, attraverso un suo cittadino, Nunziato di Mecola che, autoproclamatosi Generale dell’esercito borbonico, dal 1° dicembre 1860 al 6 gennaio 1861 imperversò nella zona dando scacco alle truppe piemontesi che solo alla fine riuscirono ad avere la meglio sui reazionari. Nel 1870, da una ripartizione del territorio del Comune di Arielli, fu creato il Comune di Villarielli, oggi denominato Poggiofiorito. Nel 1904 il castello di Arielli, dopo circa due secoli di totale abbandono (l’ultima che lo aveva stabilmente abitato era stata la duchessa Angelica Monte, morta nel 1720) crollò e, passata la proprietà al Comune cui era stato donato dagli eredi dei Crognali, ultimi proprietari, ne furono rimossi i ruderi con la realizzazione dell’odierna Piazza Crognali e del palazzo municipale. Durante la II guerra mondiale, Arielli fu ridotta quasi completamente ad un cumulo di macerie, ma la laboriosità degli ariellesi ebbe la meglio su tutte le disgrazie e la ricostruzione è stata un miracolo dell’alacre lavoro di tutti i concittadini che ora con soddisfazione possono ammirare e vivere in una cittadina moderna ed attiva, dedita oltre che al mondo agricolo, attraverso la produzione di vini ed oli pregiati, anche al settore artigianale ed industriale, attraverso una imponente zona produttiva sviluppata lungo la strada provinciale “Marrucina”. Importante luogo di aggregazione è dalla metà degli anni novanta del secolo scorso il Giardino comunale “4 Stagioni”, nel quale è possibile assaporare il contatto con la natura, grazie ad un cammino denominato “percorso natura” con il quale si coniuga l’attività fisica all’amore per il creato, la voglia di incontrarsi per i più grandi e la possibilità di svago per i bambini con strutture a loro adatte.
Tra le chiese ricordiamo la parrocchiale di San Michele Arcangelo, che custodisce importanti opere scultoree del prof. Tonino Santeusanio di Crecchio. Essa, dopo i lavori di restauro effettuati tra il 1988 e il 1992 ad opera dell’allora parroco don Marino Gurini, è stata dedicata, con grande partecipazione di fedeli ed autorità civili, il 13 giugno 1992 da S.E. Mons. Enzio D’Antonio, Arcivescovo di Lanciano - Ortona. Si consiglia, poi, la visita alla chiesa succursale della Madonna delle Grazie, la quale custodisce una statua in terracotta tutta d’un pezzo data 1590-1600, che per la sua importanza artistica e la grande devozione dei fedeli è stata solennemente incoronata, con decreto pontificio, l’08 agosto 1909.Detta statua rappresenta la Vergine Maria che reca sulle ginocchia il Bambino Gesù, la quale è stata definita una delle pochissime statue in Abruzzo e in Italia di terracotta tutta di un pezzo, tale da essere inventariata dalla Sovrintendenza alle Belle Arti dell'Aquila. Da sempre, poi, la devozione alla Madonna delle Grazie è molto sentita dagli ariellesi, che per tutto il mese di maggio e fino alla II domenica di agosto (giorno dedicato alla grande festa popolare in Suo onore) ogni sera si recano a salutare la loro Protettrice celeste. Altre chiese secondarie presenti sul territorio sono la chiesa di Santa Brigida e San Romano Martire.
Le festività e le tradizioni più importanti durante il corso dell’anno sono:
- 17 gennaio, rappresentazione itinerante de “Lu Sant’Antonie”;
- domenica dopo Pasqua, festa di San Romano Martire nell’omonima contrada;
- ultima domenica di maggio, festa del compatrono San Mauro Abate;
- II domenica di agosto, festa della Madonna delle Grazie;
- 29 settembre, solennità patronale di San Michele Arcangelo;
- nel periodo natalizio, presepe vivente itinerante presso il Centro storico del paese, organizzato dalla parrocchia.